Gabriele Cardini, riccionese, 48 anni, centrocampista, lunga esperienza dalla Serie B fino al Campionato Sammarinese, è il nuovo allenatore della A. C. Libertas.

Conosciamolo meglio.

Ciao Mister! Raccontaci un pò di te, sia in campo che fuori.

Ciao a voi! Fuori dal campo di calcio, anche se non sembra, sono piuttosto timido.

Mi considero una persona semplice, a cui piace stare in famiglia e uscire con gli amici. Mi piace scherzare, affronto la vita col sorriso e con una dose massiccia di ironia. Solitamente, infatti, sono quello che sdrammatizza le situazioni per evitare che si creino tensioni: amo stare in compagnia ed essere circondato dalla serenità, se i miei amici stanno bene allora sto bene anche io.

Ma a volte ho anche bisogno di momenti in solitaria, degli spazi solo miei in cui raccolgo i miei pensieri e coltivo i miei hobby.

Ho una splendida moglie, Maddalena, con cui sono sposato dal 2004 e tre figli: Alessandro che ha 18 anni, Stella che ne ha 15 e la piccola, Valentina, che ne ha 9. La famiglia è il mio punto fermo, senza di loro non sarei capace di fare nulla.

In campo, invece, la mia timidezza sparisce e mi sento nel mio habitat naturale. Da calciatore sono sempre stato molto critico verso me stesso, esigente e con un profondo spirito di sacrificio. Sicuramente lo sarò anche in veste di allenatore, l’indole non si cambia! Questo mio modo di essere mi ha dato la possibilità di migliorare e imparare, ogni giorno, con impegno ed umiltà.

Ho iniziato a giocare a calcio quando avevo 6 anni; a 17 la mia prima esperienza da professionista con il Riccione in C2, poi è arrivata la Serie B a Padova. Erano tempi diversi, ma il calcio per me è veramente stato una scuola di vita. La sportività e il sacrificio

sono per me due valori fondamentali ed è il calcio che me li ha insegnati.

Chi, come te, ha sempre dato calci a un pallone, cosa prova nel passaggio da giocatore ad allenatore?

Non e facile. Da giocatore, l’esperienza che avevo maturato nel corso degli anni era sinonimo di sicurezza. La mia voglia di allenare è una conseguenza della mia passione, ma da allenatore devo ancora dimostrare tutto. Sicuramente sono aumentate le responsabilità, adesso ho un gruppo da gestire non solo me stesso.

Ed il gruppo è la base di tutto, diventa fondamentale saperlo gestire e proteggerlo in un continuo scambio comunicativo ed emozionale.

Io cercherò di entrare subito in sintonia con i ragazzi, per me il rapporto all’interno dello spogliatoio è sacro. Il calcio è fatto di regole e io pretendo tanto dai miei calciatori,ma allo stesso tempo sono anche il primo a difenderli da tutto e tutti, sempre e comunque. Il confronto, il dialogo, essere persone vere danno la serenità e la fiducia necessarie per affrontare gli avversari. Vi assicuro che lavoreremo sodo e non molleremo mai, perché solo così si raggiungono gli obiettivi.

Lo hai vissuto intensamente come calciatore: cosa pensi del mondo calcistico sammarinese?

La è mentalità totalmente diversa da quella italiana: un esempio su tutti, noi non siamo abituati a saltare gli allenamenti per le festività nazionali, la prima volta che mi sono trovato in questa circostanza sono rimasto spiazzato! Ma negli ultimi anni il mondo calcistico sammarinese è cresciuto tantissimo, sono felice di farne parte.

Allenare non è un compito semplice: deve essere un mix perfetto tra tecnica, tattica, empatia e comunicazione. E poi c’e’ la variabile spogliatoio. La tua prima sensazione quando hai incontrato i ragazzi della Libertas quale è stata?

Mi sono trovato bene da subito con tutti e penso davvero di aver fatto la scelta migliore, abbiamo uno staff tecnico eccezionale e siamo un gruppo davvero affiatato, posso dire che mi sento quasi a casa. Sono molto soddisfatto dei nuovi arrivi e delle riconferme, tutte persone che conosco e con le quali ho giocato, insieme o contro. Tutti ottimi calciatori ma, soprattutto, uomini di spessore. Difficile sbagliare con uno spogliatoio cosi, responsabile e unito, ed una società seria ed umile, con lo staff rinnovato pieno di voglia di fare: mi trovo in grande sintonia e domina il rispetto reciproco. Insomma, sono orgoglioso di aver accettato questo ruolo.

‘Domenica giocheremo così: Cudicini in porta e tutti gli altri fuori…’

Questa e’ una delle frasi storiche di Nereo Rocco. Tu hai un sistema di gioco che preferisci?

Il 4-3-3 mi è sempre piaciuto, è un modulo che ha sempre soluzioni se sei bravo a muoverti e non sei statico: sfruttava in pieno le mie caratteristiche da calciatore, per questo ho un debole. Anche il 3-5-2 non mi dispiace, ma prediligo una mentalità più offensiva. Resta che ci vuole fiato per ogni sistema di gioco! Insieme alla passione e alla voglia di vincere, tutte doti che i miei ragazzi hanno da vendere.

Che obiettivi si pone la A. C. Libertas per la stagione 2021/2022?

Se il buongiorno si vede dal mattino ho motivo di credere che sarà una bella stagione. La società A. C. Libertas ha sempre lottato per cose importanti ed anche quest’anno proverà ad ottenere grandi risultati. La priorità, come ho già detto, sarà quella di creare un gruppo unito; la squadra è stata totalmente rivoluzionata, dallo staff ai giocatori, quindi il primo obiettivo è trovare l’equilibrio e diventare una cosa sola. Io sono consapevole di dove possiamo arrivare, ma preferisco non sbilanciarmi proprio per quella umiltà che mi appartiene e a cui tengo molto. Chiedo ai nostri tifosi di seguirci in questa avventura, abbiamo bisogno del loro calore e del loro sostegno: sono il nostro dodicesimo uomo! Insieme possiamo arrivare lontano.